Sguardo acuto e palato fine.
Servono entrambi per le attività di selezione clonale della vite presso il VCR Research Center. Nel catalogo dei Vivai Cooperativi Rauscedo trovano oggi spazio 496 varietà e 480 cloni originali, ma per arrivare a queste costituzioni occorre valutare e selezionare migliaia di genotipi interessanti rintracciati nei vigneti di tutto il mondo.
Una commissione di supertester
In Spagna e Portogallo, ad esempio, oppure nella Macedonia, o anche nell’isola di Creta. La mattina di venerdì 23 febbraio la commissione costituita da Massimo De Candido e Paolo Bomben, della cantina microvinificazioni di Vcr, Mauro Pizzuto, export area manager e selezionatore dei cloni in prova e l’esperto Giuseppe Colussi, già ispettore Ersa, ha valutato a Rauscedo 25 candidati cloni di 14 diverse varietà tipiche di queste regioni, mettendole a confronto con 14 standard di riferimento. Una maratona degustativa per supertester ben allenati.
Tra i caratteri di selezione di possibili nuovi cloni, oltre alle stringenti caratteristiche agronomiche, ampelografiche e sanitarie stabilite dal protocollo tecnico, occorre infatti definire l’attitudine alla vinificazione di ogni candidato.
Per questo, presso il VCR Research Center, viene effettuata una nutrita serie di analisi sui componenti fenolici dell’acino (profilo degli antociani, degli acidi idrossicinnamici e dei flavonoli, indice degli antociani totali ecc) oltre a misurare le curve di maturazione degli zuccheri e delle acidità, con il dettaglio riguardo ad acido malico e tartarico.
Migliaia di micro e nanovinificazioni
Per valutare le potenzialità enologiche occorre però arrivare al vino, perché non c’è strumento più affidabile del palato allenato dei degustatori esperti. In grado di individuare, nelle migliaia di micro e nanovinificazioni effettuate a Rauscedo, non solo le sfumature sensoriali che caratterizzano i diversi cloni, ma soprattutto di prevedere se sono adeguate alle possibili evoluzioni del gradimento dei consumatori dei diversi mercati internazionali di vino, mai così mutevoli nel tempo.
Sfumature color pastello
Consumatori che da qualche anno premiano anche in Spagna le sfumature aranciate che si trovano nel rosa tenue dell’ Albariño gris, variante gemmaria del vitigno bianco tipico della Galizia (l’ Albariño appunto). Due i candidati cloni in prova, caratterizzati da un intenso bouquet di frutta gialla, con albicocche ben in evidenza, e floreale di acacia. Un’aromaticità equilibrata in bocca dalla gradevole sapidità mediterranea e da un’intensa freschezza citrina. Uno dei due cloni ha presentato, nell’areale di Fossalon di Grado dove è stato coltivato, anche interessanti riscontri di resa.
Macabeo è uno dei vitigni bianchi più coltivati nella regione spagnola de La Rioja e in Catalogna per la produzione di Cava. Se coltivato in condizioni di bassa resa e maturazione ottimale viene utilizzato (con il nome Viura) anche per produrre vini bianchi fermi con buona acidità e note floreali e fruttate, con sentori di mela verde e pera riscontrati in entrambi i cloni in valutazione.
Decisamente meno aromatica l’espressione organolettica del Parellada, altro vitigno bianco che finisce spesso nel blend degli spumanti Cava. Il clone in valutazione ha rispettato i canoni varietali, mostrando però una resa leggermente inferiore alla media.
Vitigni con nome e cognome
Pedro Ximenez è uno dei pochi vitigni con nome e cognome e “marca” con la sua resa e intensa acidità la produzione dello Sherry e degli altri vini liquorosi intensamente ossidati del sud della Spagna. Una produzione oggi penalizzata da una preoccupante flessione di mercato che spinge a cercare nuovi utilizzi per il PX. Un’esigenza a cui i tre cloni in valutazione possono dare un contributo in temini di freschezza.
Trepat è il vitigno rosso più utilizzato per i Cava rosè. I tre candidati cloni in valutazione a Rauscedo hanno soddisfatto le attese per il colore e per il profumo di frutti di bosco e pepe rosa, dimostrandosi anche adatti alla produzione di rossi fermi per il contenuto in polifenoli.
Lungo la valle del Douro
Con la Malvasia Fina ci siamo invece spostati in Portogallo, un vitigno bianco poco conosciuto tra quelli coltivati lungo la valle del fiume Douro ma che, grazie alle caratteristiche di resa, buona acidità anche in zone torride e resistenza alle malattie, dimostra una versatilità che ne sta sostenendo la diffusione anche in California e Arizona. Il clone in valutazione ha rispettato le aspettative riguardo all’intensità del colore e agli aromi fruttati di pesca e albicocca.
Treixadura è un vitigno portoghese, alla base della produzione dele Vinho Verde e del Minho, nel nord del Paese, reclamato anche dalla Spagna perché base di importanti blend del Ribeiro. È capace di aggiungere spessore e freschezza ai vini e uno dei due aspiranti cloni Vcr in degustazione si è caratterizzato per rese superiori alla media.
La Touriga Nacional è il vitigno rosso più famoso del Portogallo, alla base del complesso blend utilizzato per costituire il vino fortificato più consumato al mondo, ovvero il Porto. La selezione clonale ha rappresentato un’occasione di rilancio per questa varietà, in procinto di essere progressivamente sostituita a causa delle rese non elevate e dell’incostanza del colore. I cloni Vcr le hanno dato nuovo slancio, tanto che oggi la sua coltivazione è autorizzata anche nell’area del Bordeaux. L’aspirante nuovo clone in degustazione presso il Vcr conferma ottimi riscontro per il livello di polifenoli e antociani.
La rinascita della culla del vino
Sulle spalle del Kidonitsa pesa un’ingombrante responsabilità: questo vitigno bianco è chiamato infatti a ridare lustro ai vini della Laconia, la Regione del sud est del Peloponneso dove è situata Monemvasia, l’antica Malvasia che ha dato il suo nome a una progenie di vitigni e alla lunga tradizione dei vini passiti mediterranei. I vitigni di questa regione sono però estinti da secoli e Kidonitsa, isolato negli ultimi decenni in allevamenti misti, ha probabilmente un’origine più settentrionale. I due cloni in prova sono stati rinvenuti in Macedonia e al palato presentano le caratteristiche note citrine e di mela cotogna matura (frutto che in greco è chiamato Kidoni)
Kotsifali è invece un vitigno rosso tipico dell’isola di Creta, spesso vinificato in miscela con il più conosciuto e diffuso Mandilaria, a causa del suo elevato contenuto in tannini. I cloni in sviluppo a Rauscedo sembrano dotati di maggiore morbidezza, senza sacrificare la tipica aromaticità dei frutti rossi.
Assieme a questi, gli altri cloni degustati hanno riguardato le varietà spagnole Pardillo (bianca) e Garnacha Tinta (rossa), oltre a selezioni effettuate tra veneto e Friuli di Tocai e Moscato Rosa.