La mappa dei danni nei vigneti delle aree vocate italiane attraverso i monitoraggi della rete tecnica e commerciale di VCR
Gelate al Nord e al Centro; siccità al Sud e in Sicilia.
La fascia temperata che rappresenta la fortuna climatica del Belpaese sembra improvvisamente sparita. Nel bel mezzo di una maledetta primavera che non sembra avere fretta nel portare il bel tempo, l’Italia è infatti interessata dallo scivolamento verso sud di una vasta area depressionaria di origine artica che, secondo gli esperti, può essere collegata alle alterazioni prodotte dal climate change sulle normali circolazioni polari.
L’impatto sulla vite, in piena fase di germogliamento, rischia di essere pesante in molte aree produttive. Cerchiamo di ricostruirne l’impatto, da Sud a Nord grazie alla collaborazione dei capoarea di VCR e alla nostra diffusa rete tecnica e commerciale.
La crisi idrica della Sicilia
La Sicilia continua ad essere in balia di una pesante crisi idrica. La perdurante siccità che ha caratterizzato tutto il periodo invernale continua infatti anche in questo inizio di primavera. «Si sperava – commenta Daniele Cecon – che questa perturbazione portasse finalmente le piogge, che invece sono risultate rade e di lievissima entità». Le riserve idriche sono allo stremo nell’isola e il rischio è quello di un contingentamento prima dell’estate.
La morsa del gelo fino in Puglia
«In Puglia – gli fa eco Vincenzo Cuoccio – si lamentano danni da gelo nell’areale interno che va da Foggia e Gioia del colle ad altitudini sui 250 m slm». «In Basilicata i danni sono minori, riguardano solo vigneti inerbiti e si registrano a quote più elevate, ovvero in Val d’Agri e nel Vulture a 400 m slm». «La Calabria è salva».
«Tra Abruzzo e Marche – testimonia Cesare Tiberio – fortunatamente i danni sono trascurabili, localizzati solo nei fondo valle stretti». «Stesso discorso per Lazio e Campania».
Grandine in Toscana, mareggiate in Sardegna
«In Toscana la situazione è diversa -si distingue David Bambini -. Non abbiamo notizie di danni da gelo, ma la grandine ha colpito in maniera anticipata e diffusa nel Chianti Classico, nella zona di Gaiole».
«In Sardegna – informa Davide Sordi – nelle zone costiere, specialmente al Nord, si segnalano danni da vento “salso”, ma l’entità effettiva la si vedrà tra qualche giorno».
Impianti vitati dove non dovrebbero esserci
«In Piemonte- continua – i danni da gelo riguardano in particolare i fondo valle più bassi, dove bisognerebbe evitare di coltivare la vite, a causa del fenomeno dell’inversione termica». Ad essere colpite sono in particolare le varietà precoci come Chardonnay e Moscato. «In Franciacorta la situazione è simile, con danni da gelo su Chardonnay».
La trappola dell’anticipo vegetativo
«In Emilia e Romagna – riporta Ermanno Murari – i danni sono limitati mentre nel Veneto occidentale sono colpite le aree di pianura, anche perché, a causa delle alte temperature registrate tra fine marzo e inizio aprile, lo stadio vegetativo della vite era molto avanzato».
«Nel Trevigiano – completa il quadro Daniele Cecon – nella zona del Prosecco collinare, si registrano impatti solo nella zona di Farra di Soligo, sulla falsa riga di quanto già capitato in questa zona 3 anni fa». In Pianura ad essere colpite sono invece le zone più umide. «La zona di Gaiarine, ad esempio, o la bassa veneziana». «A complicare la situazione sono gli effetti secondari delle estese grandinate che hanno colpito questi territori la scorsa estate, che hanno costretto le viti ad intaccare le proprie riserve nutritive per ricostruire foglie e tralci». Spostandoci più ad est l’impatto del freddo nelle zone meno elevate diventa ancora più lampante.
La variabile altimetrica e le forme di allevamento
«Nella Venezia Giulia – spiega Mauro Pizzuto – il gradiente dei danni disegna una curva precisa: ad essere colpiti nel Collio sono infatti soprattutto i fondo valle e le forme di allevamento a guyot». «I Sylvoz, caratterizzati da impalcature più lontane dal suolo e dal fenomeno dell’inversione termica e e le terrazze più alte si sono invece salvati».
Pesanti danni si registrano anche nei Balcani «Danni da gelo hanno colpito sia l’Istria e la fascia costiera della Croazia – conclude Raffaele Niedda – che le aree interne della Slavonia, dove i danni sono maggiori».
Sono danni che si potevano evitare? Ogni anno l’impatto degli eventi climatici estremi innescati dal global warming presenta il suo conto sotto diverse forme. In questo quadro diventa difficile per tecnici e viticoltori difendere adeguatamente i vigneti. Contro il rischio gelate le migliori mosse sono però quelle che si compiono sin dalla fase di impianto: la diffusa rete tecnica e commerciale dei Vivai Cooperativi Rauscedo è a disposizione dei produttori per individuare la giusta composizione di varietà, portinnesto, forma di allevamento e gestione del suolo (l’inerbimento è una variabile da non trascurare) in base alle caratteristiche pedoclimatiche di ogni area produttiva.