
Malvasia del Lazio
Originaria probabilmente del bacino orientale del Mediterraneo, è coltivata da epoca romana solo nelle colline laziali.
SUPERFICIE COLTIVATA IN ITALIA
ANNO |
1970 |
1982 |
1990 |
2000 |
2010 |
ETTARI |
7.688 | 5.844 | 40.82 | 2.625 | 636 |
Epoca di germogliamento: tardiva.
Epoca di maturazione: medio-tardiva.
Produzione: media ed incostante, soprattutto in alcuni biotipi.
Caratteri ampelografici:
varietà abbastanza omogenea (spesso confusa con altre Malvasie), presenta biotipi che si differenziano solo per la grandezza e la compattezza del grappolo. Germoglio aperto, setoloso, verde pallido. Foglia medio-grande, pentagonale, quasi intera con lobi poco pronunciati, lembo liscio, verde scuro, glabro anche sulla pagina inferiore. Seno peziolare a lira chiuso o semichiuso. Grappolo medio-grande, tronco-conico, con ali evidenti, mediamente compatto. Acino medio, rotondo, di colore giallastro; buccia consistente e pruinosa, con ombelico evidente; polpa succosa, di sapore semplice, dolce.
Attitudini colturali:
vitigno mediamente vigoroso con portamento della vegetazione semieretto, tralci medi ad internodi piuttosto corti; si adatta solo a terreni collinari e ben esposti essendo sensibile alle crittogame.
Allevamento e potatura:
si adatta alle diverse forme di allevamento e potatura preferendo però quelle a media espansione.
Sensibilità alle malattie e alle avversità:
sensibile nella norma. Buona la resistenza ai freddi invernali e alle gelate tardive.
Potenziale enologico:
normalmente non viene vinificata da sola ma entra in composizione con altre uve (Trebbiani e Malvasie) apportando una nota gentile di profumo, sapore e corpo. Vinificata in purezza dà un vino giallo paglierino, leggermente aromatico, gentile e sapido, giustamente alcolico, morbido.