La visita di Giannola e Antonella Nonino presso il VCR Research Center assieme al presidente di VCR Alessandro Leon e al vicepresidente Enrico D’Andrea. «La vocazione per l’innovazione che ci accomuna può costituire la base per sinergie future»
Abili nel fare. Coraggiosi nell’inventare. Originali nel comunicare. VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo e Distillerie Nonino sono due eccellenze friulane, due storie di successo che smentiscono lo stereotipo che attribuisce agli abitanti di queste terre di confine un carattere laborioso ma schivo e riservato.
VCR e Nonino, nei rispettivi settori, sono invece diventati ambasciatori del made in Friuli nel mondo grazie alla capacità di produrre qualità e soprattutto di saperla raccontare.
Due esperienze esemplari, rimaste parallele per quasi un secolo, sulle due rive opposte del fiume Tagliamento, fino a incontrarsi lo scorso sabato 27 aprile con la visita di Giannola Nonino e della figlia Antonella presso il VCR Research Center, accompagnate dal presidente di VCR Alessandro Leon e dal vicepresidente Enrico D’Andrea.
La volontà di migliorare il frutto del proprio lavoro
«Nei laboratori – ha affermato Giannola Nonino, titolare delle distillerie assieme al marito Benito – e nei vigneti sperimentali di questa innovativa struttura abbiamo riconosciuto la volontà tutta friulana di migliorare continuamente il frutto del proprio lavoro».
«Questa vocazione che ci accomuna – ha commentato Alessandro Leon – può costituire la base per collaborazioni e sinergie future tra le nostre realtà produttive».
La rivoluzione Monovitigno®
Giannola Nonino rappresenta, con la sua storia, la migliore testimonial di questa capacità di innovare. È stata infatti lei, assieme al marito, a rivoluzionare il mondo della Grappa con l’invenzione del monovitigno che l’ha trasformata da prodotto povero all’attuale distillato duttile ed elegante apprezzato in tutto il mondo. Dopo anni di studi e di ricerche Giannola e il marito Benito Nonino crearono infatti 50 anni fa, il 1° dicembre 1973, la prima grappa di singolo vitigno, la Grappa Cru Monovitigno® Picolit. Una scelta coraggiosa e controcorrente.
L’invenzione del marketing relazionale
Per farla conoscere e apprezzare Giannola si è inventata una strategia di marketing relazionale impensabile in un’epoca in cui internet e i social non esistevano nemmeno nei film di fantascienza. Attraverso un packaging raffinato, etichette millesimate e la condivisione di questo prodotto innovativo con personalità di spicco come Gianni Agnelli o Sandro Pertini, Marcello Mastroianni o Sean Connery, veri influencer ante litteram, Giannola è riuscita nell’impresa di cambiare il destino della grappa e l’immagine del settore italiano dei distillati. Non solo.
A beneficiarne è stata tutta la viticoltura friulana e italiana, valorizzando il patrimonio di vitigni autoctoni di cui è ricco il nostro Paese.
Il Picolit, con i suoi carati di storia nobiliare (era il vino dolce preferito nelle corti dei reali d’Asburgo), è stato infatti per Nonino solo il capostipite di una gamma che oggi comprende anche i Monovitigno di Ribolla Gialla, Prosecco , Pignolo e Schioppettino tra gli altri.
La cittadinanza onoraria
Un impegno in favore del territorio che è alla base del riconoscimento della cittadinanza onoraria di San Giorgio della Richinvelda, conferito dal sindaco Michele Leon a Giannola e Benito Nonino sabato scorso, poco prima della visita al VCR Research Center.
Tra le motivazioni viene reso conto «del loro lavoro nella valorizzazione dei prodotti e dei distillati del Friuli, anche attraverso l’istituzione del Premio Nonino Risit d’Âur (in friulano: barbatella d’oro)».
«Attività determinanti nel salvare i vitigni autoctoni diventando ambasciatori della storia della nostra comunità, in particolare della frazione di Rauscedo».
«A Giannola e Benito Nonino – viene ribadito – va riconosciuto il merito di essere ambasciatori delle nostre terre grazie alla loro attività imprenditoriale ed al loro instancabile impegno nel raccontare le eccellenze di un popolo in ogni occasione pubblica, contribuendo in modo fattivo alla conoscenza del Friuli nel mondo nobilitando la Grappa e facendola diventare il tramite per raccontare il sapere e la cultura della nostra gente».
«A Giannola e Benito Nonino -viene ribadito – si riconosce la lungimiranza di aver colto che la leva di una nuova imprenditoria potevano e dovevano essere le donne».
Una dinastia tutta al femminile
Oggi la responsabilità della gestione dell’azienda viene infatti condivisa con le tre figlie Cristina (distillatrice), Antonella (che segue marketing e comunicazione assieme alla nipote Francesca) ed Elisabetta (distillatrice, con patente di caldaia). Quella di Ronchi di Percoto (la sede aziendale in provincia di Udine) è diventata così una dinastia tutta al femminile e ad Antonella spetta anche la responsabilità di guidare l’organizzazione del premio letterario Nonino Risit d’Âur.
«Oggi la sfida del settore dei distillati – ha commentato Antonella durante la visita al VCR Research Center –è lo stesso del settore vinicolo e del vivaismo viticolo: crescere all’estero riuscendo a interpretare l’evoluzione delle sensibilità e dei gusti delle nuove generazioni».
«Dai primi anni 2000 facciamo apprezzare la Grappa al mondo della mixologia per avvicinare a questo prodotto , in modo responsabile, anche i giovani ». Un’attenzione che ha spinto Nonino a triplicare negli ultimi 20 anni le vendite all’estero (oggi l’export costituisce il 55% del fatturato aziendale).
Dalla barbatella alle vinacce
«La distillazione delle vinacce– ha ricordato Enrico D’Andrea, vicepresidente VCR – è l’anello che chiude tutta la filiera che parte dalla produzione delle barbatelle». «In vivaio dobbiamo prevedere con largo anticipo l’evoluzione dei mercati e la strategia di marketing di Nonino può essere d’ispirazione per aiutarci a raggiungere direttamente il consumatore finale per comunicare e valorizzare l’importanza del nostro ruolo».
«VCR – ha chiosato il presidente Alessandro Leon – ha una storia simile a Nonino». «Anche per noi i primi anni ’70 hanno costituito una svolta con la commercializzazione dei primi cloni di vitigni internazionali e autoctoni costituiti direttamente da noi». «Una spinta all’innovazione che non si è mai esaurita e che ha portato alla registrazione delle prime 14 varietà resistenti italiane targate VCR, alla diffusione in esclusiva dei portinnesti resilienti della serie M e allo sviluppo del VCR Research Center, dove viene messa a punto la vite del futuro».
Proprio come 50 anni fa, anche oggi le innovazioni si affermano con lentezza all’interno del comparto vitivinicolo. «L’auspicio è che, anche attraverso la collaborazione di realtà come Nonino, si possa far capire che tradizione e innovazione possono procedere di pari passo: le nostre varietà resistenti, ad esempio, messe a punto interamente in Friuli, possono essere considerate novelle varietà autoctone e la loro aromaticità potrebbe dare origine a grappe e distillati interessanti».
Lo.To.