A Castel Gandolfo nasce il vigneto inclusivo e sostenibile di Borgo Laudato sì, realizzato dall’Università di Udine con le varietà messe a punto assieme a VCR Vivai Cooperativi Rauscedo
Un vigneto inclusivo, pronto a ospitare visitatori e pellegrini in qualsiasi momento dell’anno e quindi realizzato con vitigni resistenti che necessitano di molti meno trattamenti rispetto alle varietà convenzionali.
Un giardino santuario che vuole essere un modello di sviluppo sostenibile realizzato dal Centro di Alta Formazione Laudato si’ (Caf-Ls) assieme all’Università di Udine. Le varietà impiegate sono le 14 messe a punto assieme all’Iga, Istituto di Genomica applicata e a VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo.
Si chiama “Un Rifugio nella Vigna – Borgo Laudato Si’”, nasce a Roma all’ombra del Gianicolo, sulla riva sinistra del Tevere ed è stato presentato a Città del Vaticano, presso il Palazzo San Calisto il 19 settembre.
Un luogo di ecologia integrale
«La bellezza dei giardini di Villa Barberini e delle Ville Pontificie -afferma Padre Fabio Baggio , Direttore Generale del Caf-Ls – diventa così lo scenario naturale per lo sviluppo di un luogo di “ecologia integrale”, aperto a tutte le persone di buona volontà».
L’obiettivo è quello di coniugare economia circolare e sostenibilità ambientale. «Attraverso questo progetto – continua Padre Baggio – diamo un segno concreto dell’applicabilità dei principi magistralmente illustrati da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’».
Le ultime (varietà) diventano le prime
Un impianto frutto di un progetto di ricerca coordinato dai professori Enrico Peterlunger e Roberto Zironi dell’Università di Udine che hanno dovuto affrontare una grossa responsabilità. Nelle parabole di Gesù la vigna è infatti spesso la metafora del Regno dei cieli e proprio come nella parabola dei lavoratori della vigna (Matteo 20, 1-16) le ultime varietà, quelle nate negli ultimi 20 anni per affrontare in maniera sostenibile malattie come peronospora e oidio, diventano le prime.
La commissione di ricerca
Nel corso del convegno di Palazzo San Calisto Peterlunger e Zironi sono intervenuti assieme al Rettore dell’Università di Udine Roberto Pinton e agli altri esperti della Commissio de Fructu Vineae costituita all’uopo: Francesca Vimercati, Luigi Moio, Laurent Torregrosa, Antonio Dionisio Morata Barrado, Hans R. Schulz e Jancis Robinson.
Che hanno spiegato come l’obiettivo della biodiversità, della sostenibilità e dell’inclusività si sposi bene con l’applicazione delle più moderne tecnologie di miglioramento genetico basato su incrocio tradizionale, capaci di mettere insieme materiale genetico di diversa origine e provenienza.
«Il vino che sarà ottenuto da questa vigna sarà così in grado simboleggiare, per la sua composizione, una comunione nella diversità».
Un’osmosi di saperi antichi e conoscenze innovative per coniugare alta qualità, e rispetto dell’ambiente. La vigna di Borgo laudato si’ diventa così un esempio tangibile di come sia possibile praticare un’agricoltura che sia di beneficio all’ambiente, al territorio, agli operatori del vigneto e ai fruitori del vino, rispettando il mandato affidato agli studiosi da Papa Francesco.
Il messaggio del Papa
Nel saluto inviato in occasione del convegno il Santo Padre sottolinea il fatto che “nella lavorazione della vigna, è previsto un ingente impiego di manodopera. Questo risponde all’intenzione concordata all’inizio di impegnarsi per il ripris no delle relazioni buone e feconde tra la famiglia umana e il creato, attraverso un lavoro che si prende cura e custodisce quanto affidatoci dal Creatore”.
Leggi il testo integrale del messaggio del Santo Padre