Le prove di microspumantizzazione svolte dall’Istituto Dafnae dell’Università di Padova mettono in evidenza l’assoluta corrispondenza organolettica delle due nuove varietà Piwi figlie di Glera sviluppate da Vcr. Completate le valutazioni del CPVO (Ufficio comunitario varietà vegetali), dovrebbero essere queste le prime iscrizioni al registro tra le 90 varietà autoctone oggetto del programma di miglioramento genetico attivato in autonomia da VCR nel 2015
Profili organolettici perfettamente sovrapponibili a quelli della Glera tradizionale. Nel gioco dei confronti tra i vini ottenuti da varietà resistenti targate VCR che si è svolto nel corso del “Viaggio sensoriale tra i vini Piwi VCR” organizzato lo scorso 25 giugno dai Vivai Cooperativi Rauscedo assieme ad Assoenologi Friuli Venezia Giulia presso il VCR Research Center (leggi qui la cronaca), l’obiettivo delle degustazioni delle microvinificazioni delle varietà di prossima registrazione è stato esattamente l’opposto di quello dei vini commerciali.
Scopri le differenze, se ci riesci
Se nel secondo caso occorreva mettere in evidenza le differenze legate all’interpretazione del produttore e all’impronta dei diversi territori, nel caso delle micro era preferibile invece che non si evidenziasse alcuna differenza.
Obiettivo: inserimento nelle denominazioni
La Glera resistente che verrà deve infatti avere le carte in regola per essere inserita come varietà complementare all’interno dei disciplinari delle tre denominazioni d’origine del Prosecco, contribuendo a risolvere i problemi di sostenibilità di queste denominazioni senza introdurre deviazioni aromatiche che potrebbero non essere apprezzate dai consumatori. Un obiettivo che i genotipi sviluppati da VCR sembrano avere centrato. I quattro campioni degustati a Rauscedo derivavano infatti dalle prove di microspumantizzazione su basi di Glera resistenti svolte presso l’Istituto Dafnae dell’Università di Padova e coordinate dal professor Simone Vincenzi.
I riscontri delle analisi e dei panel test di Padova
Sono due le nuove varietà messe sotto l’obiettivo. Il docente ha spiegato che le analisi dei vini base prodotti presso la cantina di microvinificazione del VCR Research Center hanno rilevato differenze rispetto alla Glera tradizionale solo per il maggior contenuto di acido malico e di proteine, un dato probabilmente ascrivibile al metabolismo secondario legato alla reazione di resistenza ai patogeni.
Per il protocollo di spumantizzazione sviluppato dal Dafnae a Padova sono stati poi impiegati 5 miniautoclavi da 25 litri. Uno di questi è stato utilizzato come test con la rifermentazione di Glera VCR 100% che invece negli altri contenitori è stata miscelata ai vini ottenuti dalle due nuove varietà resistenti, entrambi nella percentuale del 15% e del 50%. «Nelle analisi – ha spiegato Vincenzi a Rauscedo – non sono emerse differenze significative e nei panel test svolti con 15 degustatori imparziali solo il Glera-R-VCR-1 in taglio al 50% è stato percepito differente rispetto alla Glera in purezza».
Risultati decisamente incoraggianti per queste nuove varietà già state depositate al Cpvo e in attesa di una iscrizione al Registro varietale nazionale. Dovrebbero essere queste le prime registrazioni tra le 90 varietà autoctone oggetto del programma di miglioramento genetico attivato in autonomia da VCR nel 2015.
Solo leggermente più lunga invece la tempistica delle altre varietà resistenti portate in degustazione a Rauscedo: i nuovi Chardonnay e Cannonau resistenti che hanno riscosso l’apprezzamento per l’eleganza e la struttura dovrebbero infatti essere pronti per la registrazione non prima del 2028.